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Slovenia: turismo del 2020 nel segno del Covid-19

La pandemia ha fatto precipitare il settore turismo nella peggiore crisi mai vista: UNWTO stima un calo del 74% degli arrivi internazionali nel 2020, il che rappresenta, a livello globale, una perdita che sfiora il miliardo di arrivi internazionali. I dati provano che nel settore siano a rischio tra i 100 e i 120 milioni di posti di lavoro e che la diffusione del COVID-19, per l’economia globale, rappresenti uno shock dieci volte maggiore rispetto alla crisi finanziaria del 2008/2009. Il turismo mondiale è tornato ai livelli di 30 anni fa e UNWTO prevede che i numeri del 2019 possano essere recuperati tra il 2023 e il 2024. La Slovenia è tra i Paesi che risentono fortemente dell’impatto della pandemia. Il settore turistico dà un contributo significativo al PIL del Paese per un 9,9%,impiegando il 6,5% della popolazione attiva, con un intenso effetto moltiplicatore su altre attività.

Se la prima ondata ha fermato i flussi per 3 mesi, la seconda ha completamente paralizzato il turismo in Slovenia: il Paese ha registrato un 51% di arrivi totali in meno nel 2020 e un calo di oltre il 42% dei pernottamenti totali. Il numero dituristi stranieri è diminuito fino al 74% e i pernottamenti del 71%. Il forte calo del numero di ospiti stranieri è stato parzialmente compensato dalla crescita dei turisti nazionali, che hanno generato fino al 21% in più di arrivi e il 33% in più di pernottamenti rispetto al 2019. Di conseguenza, gli ospiti domestici hanno generato ben il 60% di tutti gli arrivi e il 64% di tutti i pernottamenti turistici nel 2020 (nel 2019 la quota dei pernottamenti era del 28%).

Il mercato italiano occupa, attualmente, il secondo posto per numero di ospiti, dopo la Germania. L’Austria è, invece, seconda per numero di pernottamenti. La Croazia è al quarto posto in termini di arrivi e pernottamenti, seguita da Ungheria e Paesi Bassi. Repubblica Ceca, Serbia, Francia e Bosnia ed Erzegovina sono tra i primi dieci paesi in termini di arrivi e pernottamenti. Tra le destinazioni locali, i comuni di montagna hanno registrato la maggior parte dei pernottamenti (31%), seguiti dai comuni costieri (24%) e dai comuni termali(24%). Durante la stagione estiva è stata forte la richiesta di pernottamenti negli agriturismi, nei glamping resort e nelle tipologie di alloggi boutique, soprattutto grazie ai voucher emessi dal Governo, che hanno ulteriormente incoraggiato gli ospiti domestici a trascorrere le proprie vacanze in Slovenia.

Nel 2020, il settore sloveno ha fatto registrare il primo calo di arrivi e pernottamenti dal 2009, con un traffico turistico oggi allo stesso livello di dieci anni fa. Con un netto -74% di arrivi internazionali, rispetto al 2019, la Slovenia si colloca tra i Paesi europei più colpiti. “Il turismo è l’industria slovena più colpita dalla pandemia con una perdita di ben 7 milioni di pernottamenti, tornando ai numeri di 10 anni fa. A prescindere che la ripresa sarà lunga, è fondamentale che i cambiamenti che aiuteranno il settore dopo la crisi siano fin da subito fruibili – afferma AljošaOta, direttore dell’Ente Sloveno per il Turismo in Italia, che prosegue – l’Ente ha adattato tutte le attività alle nuove condizioni di sicurezza fin  dall’evolversi della pandemia e ha rafforzato i contatti con i mercati vicini e interni. Proprio per questo motivo sono state lanciate piattaforme virtuali e sono condotti 75 seminari aziendali online e webinar per partner commerciali stranieri. Abbiamo anche potenziato la comunicazione sui social media e segnato un record di quasi 5 milioni di interazioni sulla base di quasi 6.000 post. Molte altre iniziative sono in fase di definizione, pertanto crediamo di poter presto riconquistare la fiducia dei turisti internazionali”.

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