L’Astrolabio, turismo e solidarietà per il Camerun
Il turismo per L’Astrolabio, operatore che muove circa 3 mila bambini e giovani italiani l’anno per vacanze studio in Paesi esteri anglofoni, ha bisogno della pace tra i popoli per crescere, e la alimenta. Il turismo è cultura e libertà. A fronte del susseguirsi e intensificarsi di guerre e disordini nei vari continenti, dal 2023 l’azienda ha deciso di impegnarsi direttamente per coltivare i semi della pace aiutando i bambini e i giovani dei luoghi più colpiti ad accedere ai servizi di istruzione.
Il primo progetto che vede impegnata L’Astrolabio con una donazione di 20.000 euro è la ricostruzione della scuola nella Parrocchia del Sacro Cuore di Shisong in Camerun, retta dai missionari Cappuccini, presenti lì da oltre 40 anni. Il complesso accoglierà circa 900 bambini che altrimenti rimarrebbero senza alcuna formazione, senza la speranza di un lavoro qualificato, di un futuro. A Milano, il Progetto Scuola Shisong è sostenuto dai confratelli Cappuccini missionari attraverso Missioni Estere onlus che quindi ha fatto da tramite. Missioni Estere onlus coordina infatti le attività missionarie della Provincia dei Frati Minori Cappuccini di Lombardia (www.missioni.org), comprendente oltre un centinaio di religiosi in varie nazioni oltre al Camerun: Costa d’Avorio, Etiopia, Brasile, Emirati Arabi, Thailandia, India.
“L’Astrolabio è sempre stato un tour operator di vacanze studio in Paesi esteri anglofoni per bambini italiani dagli 8 ai 17 anni – ha spiegato il general manager de L’Astrolabio Andrea Barbieri – e solo dopo il Covid abbiamo consolidato l’attività di agenzia di viaggi su strada come business unit autonoma, con una rete di 5 punti vendita tra Milano e Bergamo, destinata a crescere. Questo perché il mercato ci dà fiducia e, nonostante i 3 anni di crisi epidemica, abbiamo ripreso subito a lavorare con soddisfazione. Poiché crediamo nel principio del “Give Back”, riconoscendo che il successo non è solo frutto della nostra buona volontà, ma anche di qualcosa o Qualcuno a noi superiore, pensiamo che chi più ha più ha responsabilità e deve dividere con chi è in difficoltà”.