La Sicilia meridionale verso il punto più a sud d’Italia
Si apre una lunga linea costiera che ospita alcune delle zone archeologiche più belle dell’isola, dalla Valle dei Templi a Selinunte. E per un tuffo si può scegliere la candida Scala dei Turchi
La linea costiera più lunga di tutta la Sicilia è proprio quella che dall’angolo sudorientale di Capo Passero porta alla splendida area archeologica di Selinunte, direttamente affacciata sul mare e sulle vicine coste del continente africano. Sono circa 120 miglia di mare da navigare in apnea, perchè solo trattenendo a lungo il fiato è possibile passare in rassegna le tante bellezze – naturali, ma anche storiche, architettoniche ed enogastronomiche – che il lato più lungo della Trinacria offre al suo visitatore. Lato lungo che alcuni, geograficamente parlando fanno arrivare fino a Trapani, per rispettare la tradizionale suddivisione tripartita della Sicilia. Cosa che invece non troverete in queste pagine, nelle quali abbiamo preferito evidenziare come la costa meridionale vera e propria termini proprio nei pressi della splendida zona di scavi scoperta da alcuni studiosi inglesi nell’Ottocento. Poco più in là, infatti, oltre lo sperone roccioso di Capo Granitola, inizia quello che può essere considerato un quarto litorale – quello occidentale – e del quale parleremo nell’ultima parte della guida. Qui invece ci soffermeremo sulle peculiarità costiere e del primo entroterra che si scoprono dopo aver doppiato il basso Capo Passero. Siamo nella zona di Isola delle Correnti e di Isola dei Porri, due piccoli scogli, ma affascinanti a modo loro perchè da secoli danno il benvenuto ai navigatori che, passato lo Stretto di Messina o il lungo tratto di Mediterraneo che separa la Sicilia dalle coste dell’Europa orientale, iniziano a fare rotta verso occidente lungo il litorale ragusano prima e agrigentino poi. Ecco allora che la prua della barca affronta le acque calde del Mar di Sicilia per raggiungere innanzitutto la bassa costa del ragusano dove fanno bella mostra di sè il borgo di Pozzallo e, soprattutto, le lunghe dune dorate che caratterizzano la sabbiosa spiaggia di Sampieri, proprio davanti alla barocca Scicli.
BAROCCO SICILIANO
Lasciata la barca nei tranquilli ormeggi di Pozzallo e Scoglitti, non si deve perdere l’occasione di fare tappa verso l’interno dell’angolo sudorientale dell’isola, laddove si trovano le bellissime cittadine di Modica e Ragusa. Accanto a quest’ultima si trova il gemello borgo di Ragusa Ibla, la vecchia città distrutta come la non distante Noto dal grande terremoto del 1693 e come quella ricostruita in stile barocco siciliano. A differenza di Noto, qui venne ricostruita anche la medievale Ibla, che oggi si presenta all’occhio curioso del turista come un particolare mix di architetture duecentesca e settecentesca. Ritornando invece ad esplorare la costa meridionale ecco che tutti gli appassionati di letteratura gialla e di sceneggiati televisivi avranno una gradita sorpresa. Raggiungendo infatti il piccolo villaggio costiero di Punta Secca, posizionato proprio sulla propaggine orientale del golfo di Gela, sembrerà subito di essere capitati nel bel mezzo di una delle puntate della serie televisiva dedicata al popolarissimo Commissario Montalbano. Uscito dalla sagace penna di Andrea Camilleri, scrittore siciliano doc, e impersonato con stile e personalità dall’attore romano Luca Zingaretti, il Montalbano del piccolo schermo ha avuto le sue apparizioni più frequenti sui set montati proprio tra la bella spiaggia sabbiosa di Punta Secca e i vicini centri di Marina di Ragusa e Scicli. Dalla televisione al museo il passo è breve, almeno in questa parte di Sicilia: lasciate le terre abitate dal fumantino Montalbano, ed entrati nel piccolo ambito marittimo della provincia di Caltanissetta, si raggiunge la industrializzata Gela. E qui, nella colonia Greca e Romana, distrutta da Cartagine e da Agrigento durante i primi secoli della sua millenaria storia, che si scopre una delle collezioni di reperti archeologici più belli dell’isola, quelli in mostra al Museo Archeologico cittadino. Qui infatti si ammirano la più ampia e meglio conservata collezione al mondo di vasi per il vino, costruiti dagli artigiani di Gela a partire dal 600 a.C.
OLTRE I TEMPLI
Prima di giungere alla ancora più storicamente e archeologicamente interessante Agrigento – la città della Valle dei Templi che il mondo invidia alla Sicilia e all’Italia tutta – ci deve essere il tempo per fare una piccola sosta sulla spiaggia sassosa ma affascinante di Marina di Palma. Da Agrigento inizia l’ultimo tratto della costa meridionale, quello che conduce verso Selinunte e comprende alcuni tra i più antichi e affascinanti resti delle civiltà che dominarono il Mediterraneo tremila, duemila e mille anni or sono. Si tratta della Valle di Templi agrigentina, l’incredibile insieme di edifici religiosi, tombe e costruzioni di vario genere situata a solo un chilometro di distanza dal centro del capoluogo di provincia che diede i natali anche al grande scrittore Pirandello, ma non solo. Ma si tratta anche delle rovine delle colonie Greche di Eraclea Minoia e di Selinunte, affascinanti insiemi di costruzioni antichissime, più o meno ben conservate, che permettono ai turisti di capire come nel Mediterraneo prima della nascita di Cristo il centro del mondo era molto vicino alla Sicilia. Ma attenzione: nel correre tra un tempio greco e una villa romana non dimenticate di fare una sosta nel pezzo di costa agrigentina più unico e caratteristico. Stiamo parlando della scogliera di Scala dei Turchi, lo spettacolare litorale costituito da bianchissime falesie calcaree a gradoni – come quelli di una scala appunto – prendendo il sole sui quali sembra di essere per un attimo stati teletrasportati dalla Sicilia ai ghiacci del polo. Si raggiunge in un attimo dagli scali di Porto Empedocle o di Siculiana Marina e resta il luogo perfetto per passare una giornata di relax e tintarella.