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Kazakhstan, un viaggio unico nei misteri dell’Asia

Un viaggio in Kazakhstan, nono paese al mondo per estensione, vuol dire fare tappa in una delle ultime frontiere del turismo, raggiungere un luogo unico che per lungo tempo considerato solo come un grande spazio vuoto al centro dell’Asia. Eppure per più di duemila anni i deserti e le steppe fra il mar Caspio e la Cina sono stati attraversati da popoli nomadi e da mercanti in viaggio sulla Via della Seta. Per scoprire meglio tutte le meraviglie di un Paese bellissimo ma ancora poco noto abbiamo partecipato a un viaggio che ci ha portato in lungo e in largo in tutto il Kazakhstan, e in particolare tra Almaty – la cosiddetta capitale meridionale della Grande Steppa, luogo che simboleggia la diversità multiculturale del Kazakistan – la regione di Almaty e quella, selvaggia e quasi remota del Mangystau.

Il volo dall’Italia è stato comodo grazie a Turkish Airlines in connessione da Istanbul sulla stessa capitale Almaty. Da qui la prima destinazione è stata quella di Medeu, stazione sciistica posta a circa 25 km dalla capitale. La prima particolarità è che vi si arriva soltanto con taxi elettrici per preservarla dall’inquinamento: situata a 2.260 metri sul livello del mare è considerata la più importante località di montagna dell’Asia Centrale. Godersi il panorama prendendo un te caldo sulla terrazza panoramica con la vista sul ghiacciaio dello Shymbulak Resort Hotel è davvero un’esperienza speciale. Poco oltre, vicino alla partenza degli impianti sciistici, in una gola mozzafiato, c’è la famosa Ice Skating Rink la pista di pattinaggio più “alta” del mondo. Per il pranzo poi la scoperta è stata quella che ha riservato il ristorante tipico Auyl: è un progetto di ristorazione sperimentale, inserito in una location molto suggestiva dall’architettura nomade. Permette di vivere un’esperienza culinaria ricca di emozioni con gli chef che preparano, nella grande cucina a vista, una rivisitazione dei piatti tradizionali in chiave moderna, mantenendo l’anima delle antiche e originali ricette. Da non perdere la pasta fresca, le focacce cotte nei tradizionali forni tondoor, oltre ad una varietà di carni alla griglia, soprattutto cavallo, cammello  e pecora. Il tutto accompagnato dal kumys, la tradizionale bevanda delle steppe asiatiche che si ottiene dalla fermentazione di latte di giumenta.

Tappa successiva è la stessa capitale Almaty, la città dai mille colori. Luogo unico dal fascino post sovietico ma con un tocco di modernità: senza dimenticare la vista unica data dal fatto che la città è contornata tutto l’anno dai picchi innevati della catena montuosa dell’Alatau. Con una bella  passeggiata al Panfilov Park si scopre il maestoso memoriale che rappresenta i soldati delle repubbliche sovietiche che formano la mappa dell’Urss. Poco più in la invece si intravedono le cupole colorate della cattedrale Zenkov, splendido santuario ortodosso costruito interamente in legno all’inizio del novecento. Con una passeggiata di cinque minuti si raggiunge quindi il Green Bazar, sicuramente una delle cose da vedere ad Almaty:  è il ricco mercato cittadino coperto con merci provenienti da tutta l’Asia Centrale, ricco di spezie, erbe medicinali e frutta secca. Sicuramente il posto migliore dove assaggiare le specialità di questa regione multietnica.

Interessante è poi un’escursione che porta, a un’ora circa da Almaty, al Nomad Ethnic Centre, centro culturale dove, nonostante la globalizzazione, si conservano ancora le tradizioni e ci si immerge nella ricca cultura degli antichi nomadi Kazaki, del loro affascinante stile di vita dei loro costumi. Tra le cose bellissime che racconta e fa scoprire, non solo si può assistere a combattimenti o simulazioni di caccia alla volpe con addestratori di aquile, ma anche far parte attiva delle esperienze, indossando un’antica armatura dal peso di oltre 20 kg o sedersi su un cavallo e tirare con l’arco. E alla fine di tutte le attività, ci si potrà sedere all’interno di una Yurta, l’abitazione tradizionale del popolo nomade, per gustare il baursak, specialità di pasta fritta o bere il kumis. Il tutto preparato dalle donne della famiglia, vestite in abiti tradizionali.

In 3 ore e 30 minuti, dopo un trasferimento di più di 300 km, si raggiunge da Almaty lo Sharyn State National Park: una riserva naturale spettacolare che racchiude un luogo incredibile chiamato anche “Valle dei castelli di pietra”. Questi sono impressionanti formazioni rocciose che si stagliano maestosi e prepotenti per circa 90 km. È uno dei tanti tesori naturali del Kazakhstan la cui origine risale a circa 12 milioni di anni fa e che poi è stato modellato dal vento, dal sole e dalla pioggia, creando un paesaggio lunare, che oggi una delle attrazioni turistiche più famose del Paese. Si rientra quindi ad Almaty ma è già ora di ripartire: da qui un altro viaggio di 3 ore e mezzo, ma questa volta fatto in aereo – porta ad Aktau, altra storica località del Paese. Qui l’atmosfera è diversa e si ammira tutt’altro paesaggio, sulle rive del Mar Caspio, stretta fra mare e steppa. Lo scopriremo…

Paola Paciotti

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