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Isole Cook, in vista la stagione del rilancio

Dopo l’annuncio del ripristino del volo commerciale tra Rarotonga e Pape’ete operato Air Rarotonga lo scorso 13 agosto, il governo delle Isole Cook, il 6 settembre, ha dichiarato la rimozione dei requisiti di vaccinazione Covid-19 per i viaggi e l’ingresso alle Isole Cook. Un chiaro segnale di ritorno alla normalità, quindi, come anche dichiarato dal Primo Ministro Mark Brown: per l’arcipelago neozelandese, la chiusura dei cieli nel 2020 ha significato sì, protezione dall’infezione da COVID-19, ma anche una drastica riduzione dei flussi turistici, che nel primo semestre di questo anno si è fermato a quota 40.000 turisti.

Una perdita che va certamente risanata, rappresentando il turismo i tre quarti delle risorse dell’economia cookiana. A questo proposito sono stati definiti dei chiari obiettivi dall’Ente del Turismo, che vanno dalla diversificazione dei target all’incremento degli arrivi nel 2023, sino al raggiungimento del 50% del totale registrato in epoca pre-Covid e al pareggiamento entro metà 2026. Inoltre, si lavora all’aumento dei gateway e delle rotte per raggiungere le Cook via USA e Australia oltre ai numerosi voli dalla Nuova Zelanda già esistenti.

Più difficili da raggiungere per l’emisfero settentrionale e meno turisticamente sviluppate rispetto alla Polinesia Francese, le Isole Cook offrono soggiorni tendenzialmente meno costosi seppure di alto livello. Più che proporsi come antagoniste alla Polinesia francese, le Cooks puntano ad esserne destinazione complementare, sull’onda dell’attuale tendenza turistica dell’Island Hopping: con due voli settimanali da Tahiti (attivi da ottobre), situata a soli mille chilometri di distanza, i cookiani intendono stimolare i turisti a visitare il piccolo arcipelago neozelandese oltre a Tahiti, Bora Bora e Moorea.

Per quanto riguarda i flussi dei visitatori, la strategia dell’Ente del Turismo è chiara: “Vogliamo focalizzare l’attenzione non tanto sui numeri di arrivi ma sulla tipologia di viaggiatore – spiega Noeline Mateariki, neo-eletta Direttrice Sales & Marketing durante la sua recente missione di rappresentanza in Italia, che l’ha vista partecipe a incontri con gli operatori di settore e la stampa trade a Roma, Milano e Torino – che dovrebbe essere in primis intenzionato a visitare più isole, a partecipare alla conservazione della cultura e dell’ambiente locale, incrementando il periodo di soggiorno nella destinazione”.

Aggiunge Nick Costantini, General Manager Southern Europe per Cook Island Tourism: “Fermo restando il target principale quello dei viaggi di nozze, riteniamo che le Cooks siano destinazione ideale anche per chi vuole celebrare il proprio matrimonio in loco, ottimizzando i costi e massimizzando l’impatto romantico e suggestivo della scelta del luogo dove pronunciare il fatidico sì. Le Isole Cook sono anche perfette per i boomers che celebrano anniversari e per piccoli gruppi di amici che possono condividere le ville multi-camere. Per chi, invece, non bada a spese, un Jet privato è a disposizione per condurre alla scoperta delle incontaminate isole del Nord”.

Rimangono invariati gli asset sui quali si basano gli obiettivi sopra citati: sostenibilità, incarnata dal Marae Moana, il parco marino più grande al mondo, e vari progetti compresa la realizzazione del murales più grande dell’emisfero Sud; l’introduzione di energia rinnovabile al 100% entro 2025, sino all’eliminazione della plastica; diversità: sono 15 le isole visitabili oggi rispetto alle uniche 2 (Rarotonga ed Aitutaki) promosse sino a poco fa  Infine, la cultura locale incarnata, ad esempio, dal Te Maeva Nui dance festival. Tre importanti pilastri della proposta turistica delle Isole Cook sui quali si basa la nomina a miglior destinazione al mondo nel Best In Travel 2022 targato Lonely Planet.

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