Foto Inchiesta

Fotoinchiesta TTG Incontri – Rimini 2013

 

Tutti alla ricerca del “nuovo” Egitto. Ma esiste?
L’evento dell’estate 2013? Purtroppo, come tutti gli addetti ai lavori del mondo del turismo sanno, è stato lo “sconsiglio” di agosto della Farnesina ai viaggi sul territorio egiziano. E poiché la nostra mitica fotoinchiesta del TTG Incontri parte sempre da uno spunto di attualità, abbiamo chiesto agli operatori “esiste un “nuovo” Egitto che possa sostituire quello vero? Ecco tutte le loro risposte

Araci Coimbra, general manager Italia di TAP Portugal: «Non posso che dire Portogallo! E mi spiego: si tratta di due Paesi che uniscono offerta di mare e di storia e cultura in una sola destinazione. Con caratteristiche diverse, certo, ma per il pubblico italiano possono avere lo stesso appeal».

Giuseppe Bonollo, director of Sales & Marketing di Ntv: «È l’Italia. Un Paese che ha ancora un’elevata possibilità di sviluppo del turismo, anche a livello globale, grazie soprattutto a un asset innovativo come quello dell’Alta Velocità ferroviaria. Che può far crescere l’Italia tutta come meta».

Giovina Petrignano, direttore marketing di Nicolaus: «Il mare Italia, che poi è anche il nostro prodotto di punta. E che infatti questa estate è cresciuto ancora. E poi a mio avviso, per chi vuole un turismo diverso, gli Emirati Arabi. Che offrono tante possibilità di vacanza a prezzi interessanti».

Mohamed Farhat, general manager Italia di Tunisair: «Attualmente nessuno può prendere il posto dell’Egitto come meta importante per il mercato italiano. Si può però parlare della Tunisia come un’alternativa valida, in quanto meta certamente diversa ma che ha anche delle caratteristiche simili a quelle dell’Egitto. Pensiamo al mare o alla storia antichissima, ad esempio. Senza dimenticare che la Tunisia ha sue peculiarità uniche da offrire come il benessere».

Giuliana Carniel, Sales Director Europe Viva Wyndham Resorts: «Non ci tocca in teoria perché abbiamo destinazioni poste in tutt’altra area geografica. Ma invece devo dire che alla fine ci tocca perchè tocca tutto il settore in un suo momento di difficoltà. Basta pensare che ci sono operatori che hanno il 50% del fatturato o più che dipende dall’Egitto, con tutte le conseguenze a catena. Che poi la cosa sia successa nel pieno del mese di agosto, è un problema davvero per tutto il turismo. Ciò non toglie che oggi l’Egitto è una destinazione che ritengo fondamentale per il futuro del mercato turistico italiano: e per questo, pur non vendendola, spero possa ripartire presto. Magari proprio dalle mete di mare come Marsa Alam che da quello che so sembrano essere comunque tranquille».

Ravi Dias Jayasinha, Gateway Collection of Hotels: «Un altro Egitto non c’è. Mi dispiace ma non c’è. Potrei dire le Maldive, ovviamente, ma non è lo stesso target di mercato. L’Egitto ha delle caratteristiche davvero uniche, non solo di mare ma anche di tour che uniscono deserto e storia che si possono trovare solo nei Paesi a lui vicino, ma che sono comunque diversi, come ad esempio la Giordania. Soprattutto non esiste, geograficamente, una metà simile e così vicina all’Italia e che garantisce dei prezzi così bassi al turista in arrivo dall’Italia».

Tzvi Lotan, direttore dell’Ente del Turismo di Israele in Italia: «Io penso proprio di no. Anche perché l’immagine dell’Egitto in Italia non è quella dell’Egitto vero. Vuol dire che l’industria turistica di quel Paese ha avuto grandi favori per crescere come strutture verso il mercato italiano in particolare. E lo dico con invidia ci mancherebbe: hanno costruito un sistema ottimo che vorrei ci potesse essere anche in Israele. Cosa ovviamente impossibile per vari motivi. In Italia c’è tutta una filiera, di adv e t.o. e vettori aerei che porta verso l’Egitto con un corridoio privilegiato. E ora quindi posso capire che l’Egitto stesso si senta tradito. A noi la faccenda dello “sconsiglio” è infatti capitata più di una volta. Comunque sia è importante guardare le cose dalla giusta prospettiva senza entrare nel panico e chiudere un Paese enorme come l’Egitto. Israele è in parte un’alternativa, ma molto diversa e poco “italiana”».

Elisabetta Pavanello, direttore commerciale Swan Tour: «L’Egitto è un Paese unico, da tutti i punti di vista. E questo gioco al massacro che lo sta colpendo non fa bene a nessuno nell’industria turistica italiana. Noi al momento, pur ritenendola una meta unica siamo fermi per una precisa scelta “politica” che però ci sta costando ogni giorno sempre di più, e non solo in termini di fatturato. Ma sono convinta che in questo momento non si possa fare altro per evitare problematiche ancora maggiori con clienti eventualmente colpiti in loco da situazioni difficili. Detto questo capisco anche i colleghi che sono ripartiti: chi è in difficoltà è costretto a rischiare. E la vera colpa non è nostra ma di chi ci obbliga a vivere senza tutele giuste».

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