Finito lo “stato di emergenza” riparte il turismo?
Nelle scorse ore il premier Mario Draghi ha annunciato che il prossimo 31 marzo ci sarà la fine dello stato di emergenza che era stato deciso dal Governo più di due anni fa, all’inizio della pandemia, per avere più possibilità di gestire al meglio la difficile situazione sanitaria. Ecco perché la sua eliminazione, insieme a una decisa decrescita dell’impatto pandemico in Italia, si spera che potrà portarci a un progressivo ritorno alla normalità, anche nel mondo del turismo.
Settore che già si aspetta di vedere migliorare le cose un mese prima, a partire dal 1° marzo: in quella data infatti, grazie a un’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza, finalmente varranno anche per tutti i turisti provenienti da tutti i Paesi extraeuropei le regole già valide per i Paesi Europei. Per l’ingresso in Italia cioè sarà sufficiente una delle condizioni previste dal Green Pass: certificato di vaccinazione, certificato di guarigione o test negativo: e soprattutto niente più quarantena per questi viaggiatori.
Una novità salutata con grande entusiasmo proprio dal mondo del travel nazionale, a partire dal presidente di Astoi Pier Ezhaya, che ha dichiarato: “Salutiamo l’ultima ordinanza del Ministero della Salute con soddisfazione. Ora è lecito aspettarsi dal punto di vista della domanda una graduale ripresa e non un’immediata accelerata, anche perché alcuni temi centrali, primo fra tutti quello inflattivo, restano ma, finalmente, possiamo iniziare a programmare con un minimo di visione a medio termine e tornare a quella normalità alla quale abbiamo dovuto rinunciare per due anni.
Il grande lavoro fatto con il tavolo tecnico del Ministero della Salute, con il Ministero del Turismo – che non ci ha mai fatto mancare il proprio supporto nel raggiungimento di questo importante obiettivo – e insieme alle principali associazioni di categoria ha permesso questo risultato che, seppur tardivo, è forse il primo vero mattone posto per ricostruire un settore ferito e annichilito dalle restrizioni. Gli operatori ora dovranno assumersi l’onere di fare impresa e di proporre alle agenzie di viaggio e ai clienti la massima offerta per soddisfare la domanda. Da questo punto di vista, vedendo quanto i nostri soci sono stati ansiosi di poter tornare a fare il proprio mestiere, sono certo che tutti faranno la propria parte per rilanciare il comparto”.
Restano, però, da capire le conseguenze – sia più immediate che a lungo termine – anche sull’affaticato mondo del turismo italiano legate all’invasione russa sul territorio dell’Ucraina avvenuta purtroppo proprio in queste ore. Una mazzata che anche psicologicamente non sarà probabilmente facile da digerire da chi finalmente era convinto di vedere una piccola luce in fondo al tunnel.