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FederTerziario Turismo: estate tra luci e ombre

FederTerziario Turismo, l’Associazione che rappresenta migliaia di imprese e professionisti del Turismo e dei Pubblici Esercizi, traccia un primo bilancio della Stagione Turistica 2022 e lancia un allarme per sollecitare interventi tempestivi a sostegno del comparto. Secondo i dati di FederTerziario Turismo, l’inflazione morde imprese e lavoratori del Turismo ad un tasso reale ben superiore al 9%. Le materie prime del comparto agricolo hanno registrato impennate superiori al +45%, i costi energetici si sono quasi decuplicati ed il costo del lavoro è diventato insostenibile.

Il Turismo nazionale e internazionale – afferma Enzo Carella, Presidente FederTerziario Turismo – continua a mostrare segni di una ripresa costante dall’impatto della Pandemia, nonostante le crescenti sfide economiche e geopolitiche che rischiano di far precipitare La Filiera del Turismo in una crisi strutturale senza precedenti. Da un lato il Turismo Nazionale ha visto un forte rimbalzo negli ultimi 4 mesi del 2022, segnando risultati in linea o superiori al pari periodo del 2019, con la spesa dei turisti provenienti da Francia, Germania, Italia e Stati Uniti ormai compresa tra il 70% e l’85% dei livelli pre-pandemia. 

Dall’altro costi energetici fuori controllo, costi delle materie prime alle stelle e situazione politica in stallo, rischiano di aggravare irrimediabilmente la salute di imprese che avevano appena assaporato una ventata di ripresa. In questo contesto, complice l’imminente tornata elettorale del 25 Settembre, molti imprenditori hanno deciso di sospendere la propria attività o di chiudere anticipatamente la stagione estiva per limitare i costi, con un grave danno per imprese, territori e lavoratori”.

La stagione turistica alle porte si presenta ricca di incognite, con molte destinazioni invernali che rischiano di fare i conti con impianti di risalita fermi, innevamento artificiale sospeso e strutture alberghiere chiuse. Allo stato attuale, il rischio di perdite per il comparto Turistico, generato dall’innalzamento dei costi energetici e dall’inflazione diventa insostenibile, mettendo a rischio un’intera Filiera e migliaia di lavoratori. 

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