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Coronavirus, il governo vara il decreto salva turismo

Il Governo ha varato un decreto per venire incontro alle esigenze degli operatori del turismo organizzato, un settore costretto a fronteggiare i problemi legati al diffondersi dell’epidemia del Covid-19. Il “decreto salva turismo” è stato approvato nel fine settimana, a tamponare un’emergenza che ormai da giorni ha bloccato le agenzie di viaggio, al lavoro solo per le cancellazioni, i tour operator e tutti gli altri attori del turismo in profonda difficoltà, sia dell’incoming che dell’outgoing. Tra le misure che trovano spazio nel documento, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, c’è la sospensione dei versamenti di imposte, tasse e contributi fino al 30 aprile 2020 per tutte le imprese turistico-ricettive, dalle agenzie di viaggio ai tour operator, che saranno tenuti a versare entro il 31 maggio 2020 in un’unica soluzione gli importi dovuti. Capitolo rimborsi, per chi non ha potuto usufruire dei titoli di viaggio o dei pacchetti turistici è previsto il rimborso, che avverrà anche attraverso voucher o proponendo al viaggiatore un pacchetto di valore uguale o superiore a quello già pagato. Viaggiatori che vivono nella zona rossa o viaggiatori in partenza verso paesi che non accolgono cittadini italiani avranno quindi la possibilità di scegliere una nuova destinazione o di ottenere un voucher spendibile per un altro viaggio, stesso trattamento anche per le scuole che avevano in programma viaggi d’istruzione. Se il cliente che ha prenotato in agenzia di viaggio può quindi stare tranquillo per quanto riguarda il rimborso, resta il grande interrogativo del rimborso alle agenzie da parte dei fornitori. Nel decreto si legge che le agenzie potranno avvalersi del diritto di rivalsa, ma con tempistiche sicuramente più lunghe e complicate rispetto al rimborso del cliente, con il rischio che le minori entrate dovute alle cancellazioni e alla mancanza di nuove prenotazioni facciano chiudere tante imprese. Per scongiurare questa ipotesi c’è un’ulteriore misura prevista dal Governo, ovvero la cassa integrazione in deroga per la durata della sospensione del rapporto di lavoro nelle regioni maggiormente colpite dall’emergenza, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, fino ad un massimo di tre mesi e con un tetto d’importo fissato rispettivamente a 135, 40 e 25 milioni di euro per il 2020.

Ci auguriamo davvero che le misure previste dal Governo in questa situazione di emergenza siano sufficienti per limitare la perdita di liquidità delle piccole e medie imprese, consentendo a tutta la filiera di poter fare affidamento sugli strumenti indispensabili per rialzarsi e reagire ad una situazione molto difficile.

Federico Rossi

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