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Coronavirus: “fase 2” cosa cambia per il turismo?

Ieri sera il premier Giuseppe Conte ha anticipato le novità per tutti gli italiani in vista della cosiddetta “fase 2” dell’emergenza Coronavirus che dovrebbe partire dal prossimo 4 maggio. Diverse le novità ma che cosa cambia in particolare per l’industria e il mondo del turismo?

Dal 4 allora ci si potrà muovere all’interno del proprio Comune e della propria Regione, non ancora invece in altre regioni se non per ragioni di lavoro o salute. Anche se cadrà il divieto, che era stato introdotto con il lockdown, di spostarsi dal luogo in cui ci si trovava verso quello di domicilio o di residenza. Si potrà andare al mare per nuotare e fare passeggiate in montagna: attività motorie da soli o al massimo in due, ma non ci si potrà trasferire nelle seconde case. Per gli esercizi commerciali al dettaglio la riapertura è fissata per il 18 maggio e non per l’11 come ipotizzato in un primo momento. Non è ancora chiaro se di questi esercizi faranno parte anche le agenzie di viaggio. Ristoranti e bar invece, riapriranno l’1 giugno.

E il turismo vero e proprio? Qualche ora prima della conferenza stampa di ieri sera, in occasione dell’ultima riunione in videoconferenza della cabina di regia con gli enti locali, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva annunciato che la prossima settimana ci sarà un tavolo di confronto ad hoc per il turismo, segno che il dossier è sotto la lente dell’esecutivo. Tanto è vero che sempre ieri sera ha sottolineato che: “Non dimentichiamo i settori particolarmente colpiti come il turismo: stiamo parlando di un settore che non riuscirà certo a recuperare i danni che sta subendo. Non lasceremo gli operatori da soli. È un comparto che produce dal 13 al 15% del Pil se parliamo di tutto l’indotto e che sicuramente avrà bisogno di una robusta iniezione di fiducia e di sostegno economico da parte del Governo”.

Federico Rossi

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