Commerciali del turismo: appello per avere sostegno
Tra le categorie più colpite dall’emergenza Covid ci sono anche i “commerciali” o promotori del turismo, i professionisti che forniscono alla filiera uno snodo fondamentale di dialogo e collaborazione tra la rete distributiva e i fornitori di servizi in tutti i segmenti di mercato: Tour Operator, OTA, Compagnie Aeree, Catene Alberghiere, Compagnie di Crociera, Compagnie di Assicurazioni, Noleggio Auto, singoli villaggi ed altro ancora.
C.T.I. – Associazione Commerciali Turismo Italia, nata nel 2017, sta svolgendo un censimento dei colleghi in tutta l’Italia, con l’obiettivo primario di dare voce e supporto concreto a una categoria frammentata sul territorio e finora ignorata dalla politica.
Spiega Antonio Sorice, vice presidente di C.T.I.: “Tra il 2017 e il 2019, in condizioni di normalità, abbiamo attivato un percorso di riconoscimento della nostra figura professionale. Stimiamo che i nostri iscritti siano circa un terzo del totale dei colleghi”. Il percorso ora accelera sotto la pressione drammatica dell’emergenza Covid: “Abbiamo bisogno di dati precisi e aggiornati sulla nostra professione – aggiunge Sorice – per renderci visibili e credibili presso le istituzioni. Il primo obiettivo è un codice Ateco dedicato alla nostra professione, e inserito tra i codici destinatari di fondi e sussidi destinati al turismo, compresi i 400 milioni in più arrivati con il decreto ‘ristori’”.
All’origine del problema c’è l’assetto contrattuale applicato dalle imprese al rapporto con i loro “commerciali”: in parte dipendenti assunti con regolare contratto; in parte Mono-Mandatari a Partita Iva (sia individuali che società) iscritti ad Enasarco o Partita IVA Consulenti; altri infine con contratto per Pluri Mandatari a Partita Iva (sia individuali che società iscritti ad Enasarco o Partita IVA Consulenti).
“Neppure mono e plurimandatari hanno un unico codice Ateco – spiega Sorice – ne abbiamo contati almeno 7 diversi, assegnati dai commercialisti di fronte al vuoto normativo. Così un commerciale con 30 anni di esperienza nel turismo con il proprio codice Ateco potrebbe vendere viaggi, profumi e perfino riparare caldaie. Una questione di cui nessuno si è mai preoccupato e che ora invece la crisi trasforma in un problema urgentissimo, visto che il governo distribuisce sussidi al turismo in base ai codici Ateco”.