Gli alberghi italiani contro le OLTA
È stata la polemica più forte che abbia colpito il mondo dell’industria turistica nelle scorse settimane e le sue eco ancora non si sono placate, anzi. Stiamo parlando del ricorso fatto all’Autorità Antitrust italiana da Federalberghi, organizzazione nazionale di categoria che rappresenta gli interessi delle imprese alberghiere nazionali, contro le presunte clausole vessatorie imposte agli hotel dalle OLTA, ovvero le on line travel agencies (come Expedia.com e Booking.com), per non abbassare i prezzi delle camere, Le stesse cioè che sono vendute on line anche dalle stesse OLTA di solito a prezzi ritenuti già convenienti dal consumatore. Insomma, si lamentano gli albergatori italiani attraverso le associazioni di categoria, non possiamo decidere in autonomia come e quando abbassare i prezzi delle nostre camere senza incorrere in problemi con quelli che per noi dovrebbero essere soprattutto degli sbocchi commerciali e non degli impedimenti. «È come se tra l’albergatore e il cliente si frapponga sempre il portiere e imponga ad entrambi il prezzo che vuole lui senza che le due parti possano svincolarsi». È questa la pittoresca ma convincente metafora con la quale Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi ma soprattutto colui che in prima persona si sta occupando per l’associazione di questo spinoso problema, ha lanciato la rovente sfida alle OLTA. Insomma il rappresentante degli albergatori sul piede di guerra non ci pensa due volte a definire i due maggiori portali di ricerca di alberghi Booking.com ed Expedia.com come due portieri intermediari troppo ingombranti che con la loro straordinaria indicizzazione su Google sarebbero capaci di porre un limite alla concorrenza usando una serie di vincoli inseriti all’interno del contratto di accordo che ogni struttura ricettiva firma per comparire tra le loro segnalazioni. Si tratta ovviamente di un problema recente, legato alla sempre maggiore vendita di camere tramite lo shopping on line, territorio libero ma infido e nel quale le competenze informatiche superano di gran lunga per importanze quelle turistiche. Così non stupisce da qualche tempo le OLTA hanno superato per vendite di soluzioni alberghiere non solo le agenzie viaggi tradizionali ma anche il canale diretto degli stessi hotel. Il problema principale è che le strutture ricettive per essere vendute nelle OLTA firmano un contratto che vincola loro a riconoscere ovviamente una commissione (che ormai in alcuni casi raggiunge il 30% del prezzo finale) ma soprattutto gli impedisce di praticare prezzi più bassi di quelli comunicati a questi due portali pena l’estinzione del contratto e quindi sostanzialmente la sparizione da Google a causa della clausola di parity rate (quella appunto che vieta agli alberghi di pubblicizzare prezzi inferiori a quelli esposti sui grandi portali di prenotazione, NDR).
Insomma Alessandro Nucara, possiamo dire che vi sentite “cornuti e mazziati”?
«È come se avessimo perso anche il diritto al nostro nome perché le agenzie online hanno una tale forza di indicizzazione sui motori di ricerca come Google che impedisce a noi di replicarla sui siti degli alberghi. Riconosciamo che abbiamo delle lacune ma qui siamo di fronte a due potenze di fuoco in grado di monopolizzare la rete di per sé teoricamente aperta e concorrenziale. Oggi quindi ci facciamo portavoce di quegli, e sono tanti, albergatori, che si sentono non più proprietari del loro prodotto e brand. E posso continuare ancora perché il problema non è limitato alle OLTA ma si può ampliare anche ai portali di comparazione dei prezzi degli alberghi come Trivago.com e Kayak.com anch’essi in odore di conflitto di interessi poiché entrambi sono controllati dalle stesse società a monte di Booking.com ed Expedia. La sensazione di Federalberghi è che nel caso volessimo praticare un prezzo inferiore al cliente rispetto a quello comunicato alle agenzie online l’alt sarebbe immediato».
Concretamente allora che cosa chiedete a chi deve controllare la concorrenza?
«Chiediamo in buona sostanza che venga garantito un sistema di concorrenza giusto e paritario perché alla fine crediamo che a nessuno convenga drogare il mercato. Oltretutto sono sempre più forti i rumors che parlano di un imminente e definitivo lancio del sistema “Google hotel finder” basato sull’unico sistema di geolocalizzazione del motore di ricerca. Un altro colpo durissimo per il libero mercato dell’ospitalità. Insomma ci siamo sentiti in dovere di fare ricorso all’Antitrust contro le OLTA chiedendo l’annullamento delle «clausole vessatorie che i portali di prenotazione impongono agli hotel e assoggettando le imprese a un regime di commissioni sempre più gravoso».